domenica 15 marzo 2009

Sul Principio di Identificazione


Il Principio di Identificazione è generalmente, sinteticamente, enunciabile in questa forma:

Quando due oggetti hanno caratteristiche comuni, che per qualità e quantità escludano la loro presenza per evenienza statistica, e non siano presenti differenze non chiaramente giustificabili, si deve concludere che gli oggetti in questione sono eguali, o hanno una stessa origine.

A questa forma si è giunti in quasi un secolo di elaborazioni successive, da Bertillon a Huber, Osborn e Duke, ma anche Moretti e Sorrentino.
È di estremo interesse il fatto che la maggior parte degli studiosi che si sono interessati al problema si occupavano di perizie documentali, ed in particolare di perizie su scritture; facile (e con malizioso sorriso sopra) attribuire questo interesse alla estrema, pallida e assorta, soggettività che ancora si riscontra nel settore.

Due condizioni concomitanti, intanto: la presenza di corrispondenze quantitativamente e qualitativamente rilevanti da escludere la mera oscillazione statistica, e la assenza di differenze non giustificabili con elementi diversi dalla diversità degli oggetti a confronto.
La assenza di differenze non giustificate è condizione necessaria alla identificazione; mancando tale condizione, l'identificazione non c'è.

Nessun commento:

Posta un commento